Il supporto del nutrizionista per la performance del calciatore / calciatrice

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Dr. Natale Gentile

Consulente del settore di nutrizione dell’Area di Performance della FIGC. Responsabile della nutrizione e della supplementazione della Nazionale A femminile di calcio.

Il supporto del nutrizionista per la prestazione fisica del calciatore/calciatrice si concentra essenzialmente  su tre aspetti fondamentali:

1)valutare la composizione corporea;

2)fornire adeguati introiti calorici e dei macronutrienti per sostenere la prestazione fisica favorendo il recupero energetico e muscolare post partita e post allenamento utilizzando il corretto timing d’assunzione dei macronutrienti;

3)implementare, interagendo ed integrandosi con altre professionalità, strategie volte alla prevenzione degli infortuni o volte ad accelerare il recupero dagli infortuni sia nella fase iniziale di immobilizzazione sia in quella successiva di riabilitazione.

Come metodica per la valutazione della composizione corporea facilmente realizzabile e non invasiva si predilige la plicometria, a dispetto di metodiche anche gold standard ma di difficile utilizzo e trasporto.

Il plicometro viene utilizzato per la valutare lo spessore del pannicolo adiposo in varie zone del corpo (punti di repere); tali valori possono essere poi utilizzati in equazioni specifiche sia per sport sia per genere per ottenere una stima della percentuale di massa grassa o più correttamente viene presa in considerazione la sommatoria di pliche; viene di solito utilizzata la sommatoria cioè la somma algebrica di sette pliche cutanee (nello specifico quella addominale, sovrailiaca, coscia mediana, polpaccio, sottoscapolare, tricipitale e bicipitale) che deve essere inferiore ad un valore di cutoff diverso per calciatori e calciatrici.

Il calciatore <<moderno>>  copre una maggiore distanza percorsa ad alta intensità rispetto al passato a parità rispetto sempre al passato di distanza percorsa totale nel corso di un match; tale osservazione determina tutta una serie di conseguenze in termini d’aumento dell’insulto infiammatorio e dello stress ossidativo  per le maggiori sollecitazioni eccentriche a cui è sottoposto l’ atleta; inoltre va considerato il sempre maggiore affollamento del calendario agonistico con tanti impegni agonistici ravvicinati.

Pertanto è fondamentale fornire adeguati introiti calorici e dei macronutrienti, favorire il recupero nel post partita che spesso rappresenta già l’inizio dell’approccio all’evento agonistico successivo.

Considerare gli aspetti degli apporti calorici, dello stato di idratazione, delle deficienze dei micronutrienti, dei livelli di vitamina D e dello stress ossidativo è fondamentale nell’ottica di un approccio integrato a 360° che metta al centro l’atleta allo scopo di ridurre il rischio d’infortunio muscolare.

É fortemente consigliato di evitare di ridurre l’apporto calorico al di sotto di determinati limiti; Loucks et al. hanno dimostrato che introiti calorici ridotti accentuano la fatica, hanno effetto immunosoppressivo e predispongono quindi agli infortuni; inoltre la restrizione calorica ha come effetto secondario anche quello di provocare deficienze di micronutrienti, alcune delle quali, come accade per il ferro, il calcio e la vitamina D sono molto frequenti  prevalentemente nelle calciatrici.

E’ essenziale, altresì, garantire uno stato di corretta idratazione; infatti esiste una correlazione diretta tra riduzione di peso per disidratazione e scadimento della prestazione fisica oltre che un aumento del rischio d’infortunio muscolare.

L’alimentazione occidentale contemporanea è caratterizzata da un rapporto omega6/omega3 fortemente sbilanciato verso i primi con una conseguente maggiore produzione di molecole ad effetto proinfiammatorio. Pertanto ancora di più  risulta necessario negli atleti riequilibrare  questo rapporto rivedendo le abitudini alimentari ed evitando di abusare di alimenti ricchi di omega 6 e favorendo una maggiore introduzione di omega 3 sia attraverso la dieta sia attraverso la supplementazione.

Una integrazione con antiossidanti atti a ridurre gli effetti del <<muscle damage>> indotto dall’allenamento è da consigliare solo in soggetti con una provata deficienza di un micronutriente, in soggetti in restrizione calorica per un considerevole intervallo temporale, in soggetti che per gusto o convinzione hanno limitato o del tutto escluso alimenti fornitori di molecole con effetto antiossidante. Negli altri casi è preferibile agire andando a rivedere le abitudini alimentari con un consumo di dosi adeguate di frutta e verdura.